Vincenzo profeta
Vincenzo Profeta: un artista polivalente e provocatorio
Vincenzo Profeta è un artista palermitano nato nel 1977 e fondatore del Laboratorio Saccardi, uno dei collettivi artistici più importanti e attivi a livello nazionale. Il suo debutto letterario è avvenuto con il romanzo "La Palermo male", un'opera che si distingue per la sua scrittura di rottura, spregiudicata e scabrosa a tratti.
La scrittura di Vincenzo Profeta può essere identificata come un flusso psichedelico, capace di risvegliare le coscienze e di sfidare il politicamente corretto. La sua libertà di pensiero è rara in un'epoca in cui si è spesso costretti a conformarsi. Tuttavia, ciò comporta anche critiche feroci da parte di un'élite intellettuale che difficilmente accetterà il suo modo di esprimersi, fuori dagli schemi e visceralmente sincero.
Ma Vincenzo Profeta è molto più di un semplice scrittore. La sua arte è polivalente e il suo stile di scrittura sembra più una tela di Kandinsky tradotta in parole. Parla direttamente all'anima dei lettori, senza preoccuparsi di colpire il cuore. È un artista che non può essere ricondotto a un genere specifico, né il suo libro può essere classificato in modo tradizionale. "La Palermo male" è una sorta di coscienza che si autopone, un'opera d'arte in cui la disposizione delle parole diventa arte stessa.
Il suo libro è un'enciclopedia di conoscenze sul misticismo e sulla sacralità . Attraverso il suo flusso narrativo, Profeta coglie gli aspetti più rilevanti della società contemporanea, in particolare quella palermitana. Affronta temi come l'immigrazione, i social network, la perdita della spiritualità e le critiche feroci al movimento LGBTQ+. Esplora anche la solitudine del cittadino globale e la Palermo che si trasforma dopo le stragi del '92, ma rimane sempre legata alle sue simbologie millenarie.
Da un punto di vista artistico, Vincenzo Profeta sembra essere un figlio mancato di Ciprì e Maresco, o un evaso dalla generazione Mary degli anni '80. Il suo stile è blasfemo e divino allo stesso tempo, una ventata di nitroglicerina letteraria di cui la Sicilia aveva bisogno. "La Palermo male" è un libro che va letto con irruenza, apprezzando la libertà di pensiero di Profeta, una caratteristica rara nella contemporaneità a cui apparteniamo. Non giudicate le sue parole, lasciatele entrare in voi come quelle di un amico che ha punti di vista diversi ma che stimate. Difendete la libertà d'espressione e non assumetevi il ruolo di inquisitori. Non capita spesso di leggere un libro scritto da un malware e, da parte mia che scrivo questo articolo, di intervistare l'autore.
Non perdete l'occasione di leggere "La Palermo male" di Vincenzo Profeta. È un'esperienza letteraria unica nel suo genere.
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